lunedì 6 agosto 2012

Un ossimoro fatto realtà


















La prima cosa che viene in mente è una parola, conciliabile. Due mondi che ritenevi impossibili da armonizzare, due emozioni impossibili da vivere insieme, con il pomeriggio appena passato ti rendi conto che invece è fattibile. Immergersi nella natura in moto, nei suoi rumori, nelle sua parte più vera senza essere invadente riducendo al minimo il ruolo di intruso tipico dell'essere umano è possibile. Subito ti metti a paragonare gli attuali strumenti a disposizione per vivere una simile esperienza, tralasciando la camminata per evidenti limiti chilometrici, pensi alla mountain bike, ma qui c'è uno sforzo fisico decisamente inferiore ma soprattutto è possibile compiere passaggi ad esempio tra guardi e salite che solo i più avvezzi delle due ruote a pedali sono in grado di compiere. Allora pensi all'andare a cavallo, come sinonimo di unione alla natura ma ti rendi immediatamente conto che alcune emozioni non potresti viverle, il semplice zoccolio dei cavalli avrebbe allontanato gli animali che con questo mezzo hai potuto quasi sfiorare.
Andare in moto in mezzo alla natura e al tempo stesso sentire il rumore di un fiume che scorre cosi come vederti passare a poca distanza dal manubrio un airone grigio che si alza in volo, o semplicemente vedere il salto di una rana a seguito del rumore della ruota della moto che entra nel fango, a causa solo di questo rumore e non quello di una marmitta che rilascia gas di scarico e brucia benzina  ti porta in una sospensione quasi onirica. 
Tutto assume contorni nuovi e prendendo gusto nel guidare perchè comunque quello che hai sotto le gambe è una piacevole, maneggevole e goduriosa moto da enduro dentro di te nasce una battaglia interna…godere della guida della moto o gustarsi il panorama? Al pari di quando sei su un passo di montagna e davanti a te hai belle curve da pennellare ma al tempo stesso un panorama mozzafiato. In questo mio dubbio alterno momenti in cui guardo alberi, fiori, fontanili e tane di animali ad altri in cui cerco di far derapare la ruota posteriore con il comando del freno che in questo emozionante veicolo sostiuisce la frizione lasciando libera pertanto la gamba destra. 
Emozioni nuove che ho avuto la fortuna di vivere grazie al titolare dell'azienda agricola Cascina Rizzolo, una persona di rara disponibilità ma soprattutto che ha fatto scelte controcorrente ed impegnative che lo eleggono a ruolo di innovatore ma anche sotto alcuni punti di vista sovversivo, perché, citando Schumpeter, solo gli innovatori sovvertono lo status quo e creano progresso e nuovi schemi. Avrebbe potuto scegliere di continuare con la propria attività, che spazia dal legname fino ad un agriturismo di comprovata qualità, invece ha scelto di investire creando un piccolo parco moto elettriche e credere in una idea alimentato da una passione vera. Percorsi didattici all’interno dell'azienda agricola in cui è possibile vedere fontanili, manufatti e la tipica fauna e flora lombarda, il tutto nel silenzio e concedetemelo, nel divertimento, che si può avere mentre sei alla giuda di una moto elettrica. Il suo schema è quello di mettere a disposizione un mezzo di trasporto silenzioso per vedere e vivere la natura in modo diverso, ecocompatibile, un percoso all’interno di circa 50 ettari di terreno in cui è possibile abbandonare la moto su un tronco e osservare la tana di una volpe, procedere a bassa velocità seguendo la corrente di un canale e perdersi nei propri pensieri ma anche aspettare che si apra una radura e spalancare la  manopola del gas e fare dei bei traversi senza disturbare nessun legittimo abitante del posto. 
Per provare una esperienza emozionante: http://www.agriturismoriazzolo.com/agrisportmoto.html

martedì 31 luglio 2012

Tutto questo non ha una logica...eppure
















Se ti metti ad analizzare con logica ed equilibrio sotto gli occhi razionali della media della popolazione tutto questo non ha molto senso.
Il lato economico e il tempo speso… il tutto per 3 o 4 mezze giornate di uscita all’anno: non ha molto senso razionalmente. Ma il fatto è che alcune persone si nutrono di emozioni e spesso alcune emozioni sono in antitesi alla razionalità, al pensar comune e agli standar abituali.
Perché non sono solo le emozioni legate alla singola staccata, al singolo giro è tutto il contorno che ha connotati che compensano gli sforzi per vivere tutto questo.
Si inizia la sera prima, quando si caricano le moto sul carrello con le battute e gli scherzi tra amici se si volesse dare una foto a questa immagine una moto sul carrello e dietro il solo che tramonta, senza dubbio qualcosa di poetico. Poi la sveglia presto e rendersi conto di come il fisico sia già attivo a dispetto dell’ora e di come tutto è relativo, chissà quando capiterà di dormire solo 5 ore ed essere già recettivi senza avere un minimo di sonno …..
Poi il trasferimento verso la pista a chiacchierare di tutto e di più con domande che troppo spesso vengono rimandate. Poi il momento dell’arrivo in circuito, scaricare le moto, l’iscrizione il breefing e poi i primi giri, la sessione e le emozioni legate alla velocità.
Lo scambio di impressioni sulla pista, a che marcia affrontare il tornantino e a quanti metri fare la staccata, un entusiasmo fanciullesco e capisci come è vero che ogni uomo in fondo è un bambino e come alle volte va alla ricerca di giocattoli commisurati alla sua condizione per tornare in quel mondo privo di pensieri, problemi alimentato solo da endorfina in circolo.
Stanco, sudato e assetato in attesa di recuperare le forze giri nel paddock vedendo gli altri amatori e rimani affascinato da quello che un semplice mezzo meccanico è in grado di trasmettere. I discorsi principali sono legati a traiettorie e tempi e ti viene anche da giustificare i "fenomeni" che sparano cifre sui numeri in cui hanno bloccato il cronometro, perchè nonostante tutto continuano ad usare un cronometro ancorato al manubrio anzichè il banalissimo programma scaricabile da internet in grado di offrire dati concreti e reali. Basta andare oltre al fare borioso e da pilota mancato che quasi fanno quasi tenerezza,  questi omoni sudati che vedono nel  "minuto e x secondi"  - spesso arrotondati per difetto - un riscatto personale verso una quotidianità che gli eventi o scelte magari sbagliate hanno portato a essere comprimari, obbligandoli magari ad accettare scelte e decisioni altrui senza poter intervenire. In pista sono loro i protagonisti e tempi alla mano primeggiano su altri!
Personaggi che si mischiano ai lentoni che con forte autoironia raggiungono l'estasi al solo consumare la saponetta.
Un universo di persone tutte animate da una grande passione, un mezzo a due ruote in grado di far compiere atti che i più sono incapaci di comprendere.




venerdì 13 luglio 2012

Intervista a DJ RINGO













Musica e moto.
Elementi in grado di creare  passioni, a volte totali, ma soprattutto in grado di regalare emozioni uniche. Ho la fortuna di poter porre alcune domande ad una personaggio che è riuscito a far divenire una professione la prima ed una passione soddisfatta la seconda.
La voce dell'emittente del rock in italia, colui che ha incontrato i più grandi artisti rock ma che ha anche realizzato esperienze motociclistiche che molti amanti delle due ruote sognerebbero di vivere, da diverse gare su pista fino ai rally africani, passando per le ruote tassellate.
Volevo chiedere a DJ Ringo come è riuscito a raggiungere questo traguardo e quali analogie trovi nel mondo di oggi tra moto e musica. Penso che se tratti la musica in modo vero sincero, magari sbagliando qualche volta,ma riconoscendo i tuoi errori, i risultati prima o poi arrivano l’importante è che i ragazzi che ti ascoltano percepiscano che sei in buona fede. Sfortunatamente oggi la musica ha molte analogie con il mondo dei motori, la maggior parte  dei giornalisti che scrivono di motori sono immanicati con qualche pilota o qualche team e non scrivono mai della verità. Questo accade anche nella musica italiana, non nel rock in cui tutto sommato siamo liberi, nei reality ci sono quei personaggi costruiti sovvenzionati dalle case discografiche che impediscono di esprimere concetti liberi, creando un circolo piuttosto vizioso.
Se dovessi descrivere l'emozione di un pezzo rock e quella di un giro in moto, magari in pista? Per quello che mi riguarda quando vado in moto provo arrapamento totale, così come quando vedi una bella donna che ti eccita,  vuoi corteggiarla, vuoi far colpo su di lei, sono emozioni molto simili. Emozioni molto maschili, non che le donne non possano provarle ma sono diverse. La donna fisicamente essendo più minuta guida  la moto con una certa attenzione e meno forza bruta tipicamente maschile. Posso dire che sono le stesse emozioni che si possono provare ascoltando un assolo di Slash, di Brian May o di Johnny Ramone.  Poi comunque ogni moto ha il suo utilizzo, con l’Harley vado piano e sto attento mentre le moto stradali cerco di utilizzarle solo in pista perché andar forte in strada è veramente pericoloso anche se sono emozioni veramente forti, molto rock and roll.
Nella tua vita su due ruote hai fatto un sacco di esperienze, oggi che fai di attivo su due ruote e com'è composto il tuo garage? In questo momento sto facendo poco a parte provare qualche moto da strada però sto preparando il rally dei faroni che per la prima volta non farò in moto ma con un buggy, un buggy motore chevrolet 1200,  con Virgin come radio ufficiale. Sarei anche andato ancora con le due ruote ma tra clavicola e schiena ho deciso di star seduto e prender meno botte.
Nel mio garage c’è la cross bones realizzata dalle officine Mermaind di Milano, una moto molto particolare, che definirei superpunk, mentre la mia moto preferita per strada era la mia Ktm motard che mi han rubato.
Se potessi realizzare un sogno, che esperienza vorresti fare? Come esperienze mi piacerebbe fare il TT, anche se è molto pericoloso io farei la gara al mio passo, sarei disposto anche a fare la gara dei veterani per fare un giro in quel mitico tracciato, che poi non sono poi da sottovalutare considerando i rischi che si prendono con quelle moto.
Fai ancora qualche gara? In passato hai detto che non c'è più spazio per il divertimento, tutto sta diventando iperprofessionalizzato, tecnico e sempre meno c'è spazio per la sola passione. Sei sempre di questo avviso o qualcosa è cambiato? Ormai non faccio più turni liberi o trofei. Prima si andava a girare e si era tra amici, a girare e mangiare una salamella  adesso tutti avvelenati, con termocoperte, gomme da tempo, cazzo c’è gente che non mangia perché deve comprarsi le gomme da tempo, son tutti diventati dei fenomeni, neanche ti stringono la mano e subito ti chiedono in quanto giri. Ma cosa te ne frega…goditi la vita, se fossi stato un fenomeno saresti in superbike o in moto gp, invece sei a fare turni liberi come me amatoriali.  I fenomeni non li sopporto. Vorrei inoltre fare una critica ai trofei monomarca che fanno iscrivere della gente che ha corso per 10 anni anche nel mondiale, gente che magari arrivava ultima ma comunque forte se messa a livella di trofeo e fan tempi allucinanti, quei trofei dovrebbero essere riservati ai soli amatori. Il fatto è che chiaramente vincono questi ex piloti o ex promesse dell’europeo o del mondiale. Il problema è che quelli che corrono vogliono seguire questi ma non hanno la preparazione adeguata, andrebbero strutturati in classi riservate per quelli che girano su determinati tempi così da creare i presupposti per la bagarre e creare divertimento, il divertimento che magari puoi trovare in una gara di kart tra amici.
 Ogni appassionato di moto oggi non fa che parlare di Valentino e ducati, di questo matrimonio mancato, la tua opinione? Guarda si potrebbe parlare ore di Valentino e di presunte colpe/responsabilità vorrei solo dire che se quello che ha fatto o meglio non ha fatto in questo anno e mezzo Valentino lo avesse fatto Biaggi lo avrebbero massacrato. Il fatto è che c’è la lobby dei piloti dell’Emilia Romagna, così come in passato, se non era romagnolo venivi massacrato. Biaggi ha pagato il fatto di non far parte di questa lobby anche se ora si sta togliendo soddisfazione. Il mio sogno sarebbe vedere Valentino in superbike e secondo me pagherebbe per andarci, anche se in passato non ha risparmiato critiche a questo campionato così come le parole spese da mediaset sul mondiale SBK di cui oggi però è titolare dei diritti ed ora è in forte imbarazzo.
L'immagine per noi motociclisti ti lega inevitabilmente ad una ferita ancora aperta...puoi dirci come è nata la vostra amicizia, e come mai tu da amante di quella che a detta di molti (quelli che a mio avviso non si nutrono di emozioni ma di altri valori, magari identificabili in codici iban)  è la serie b delle moto hai stretto amicizia con un pilota della motogp ? Marco lo avevo conosciuto al Mugello e con Di Pillo già tenevamo d’occhio quel ragazzino, poi siamo diventati amici e entrati in confidenza quando ha corso in Superbike con Biaggi fino poi fare il programma insieme su Virgin.
Come giudichi la reazione dopo la morte di Marco, ti aspettavi tutto questo? Non ne sono rimasto impressionato, era talmente amato che tutti han voluto far qualcosa.
C'è qualche episodio che ti ha infastidito? A tuo avviso qualcuno ha speculato sulla tragedia? No, Paolo ha creato la fondazione con tanti gli eventi perché il Sic ci teneva, andava spesso a Coriano in un istituto per bambini disabili a cui era molto legato e ancora oggi si raccolgono fondi per questo istutito e questo fa onore al Sic e alla sua famiglia.
 A Coriano quel maledetto pomeriggio ti vedevo fuori dalla chiesa con Cairoli, nell'arco della tua vita professionale e non solo hai conosciuto persone di un valore professionale ma ritengo anche umano assoluto. Chi nel mondo delle due ruote e nella musica ti ha dato maggiori emozioni? Io ho iniziato da piccolino a seguire le moto e rimasi scioccato a Monza quando morì Pasolini, a quel tempo c’erano Agostini e Pasolini, Agostini era il fenomeno, ma Pasolini era più rock. Poi da lì seguii tutti: Lucchinelli che vinse il primo mondiale in 500, Uncini, Cadolora, Gianola e Locatelli e oggi Biaggi col suo stile pulito. A livello musicale oggi faccio poche interviste, gli artisti nuovi non mi danno emozioni mentre all’epoca quando intervistai Bowie a Londra, lo stringergli la mano mi diede molte emozioni, come incontrare Lou Reed e Springsteen, un grande. Ma le emozioni che mi danno i Ramones non me le dà nessuno perché in fondo rimango punk nell’anima e nel cuore.
Cosa ti da emozione nella vita quotidiana ?Le emozioni possono venire dall’ascoltare il mio ipad prima di addormentarmi, farmi un bel giro in moto o mi piace e mi rilassa un sacco lavarmi e pulirmi la moto, anche il solo lavarla  - la moto - mi dà delle emozioni.
Così come mi dà emozioni oltre che girare in pista, vedere quelli che girano, gli amatori che scaricano la moto dal carrello, che cambiano le gomme, così come mi piace andare anche nelle mega hospitality.
Il rock and roll con l’odore di olio bruciato da paddock  rimangono parte fondamentale della mia vita.

Che dire...una persona nella cui vita emozioni e passioni non mancano, un grazie a DJ Ringo.

venerdì 29 giugno 2012

Sarà il nuovo amore?














Si dice che l'amore è il motore del mondo. Beh non so quanto assecondare questa tesi ma indubbiamente è fantastico innamorarsi nuovamente.
Avere quelle palpitazioni quando la vedi, la voglia di incontrarsi, di passare tempo insieme, condividere strade, percorsi, avere posti nuovi da vedere e nuove imprese da compiere.
Ho dovuto attendere un pò per poterla toccare e compiere i primi passi insieme, ma ora che è con me e abbiamo superato i primi imbarazzi iniziali posso dire che è scoccato qualcosa: una rara alchimia si è venuta a creare.
Ho avuto tante storie, tante passioni e attrazioni ma solo due grandi amori mai dimenticati: una piccola giapponesina con anima da easy rider con cui ho girato mezza europa e una inglese molto particolare con una personalità eccezionale, e ora è arrivata lei.
Il feeling istantaneo, l'immediatezza nel capire quello che voglio fare ancora prima di metterlo in atto realizzando esattamente quello che ho visualizzato, i moniti e le rassicurazioni che è in grado di dare, l'attrazione fisica, il carattere forte e grintoso ma al tempo stesso docile tenero e morbido, ma soprattutto le emozioni che è in grado di trasmettere portano a ripensare a tutte le compagne che ho avuto fino ad ora e alla forza emotiva che ho ritrovato in Lei.
I veri amori sono pochi nella vita di un uomo, che questo colpo di fulmine e intensa infatuazione possa trasformarsi in un altro vero amore?
Le premesse ci sono tutte e solo il tempo potrà stabile quanta parte del mio cuore riuscirà a prendere, nel frattempo aspetto con ansia ancora di vederla, di starci insieme e compiere qualche gioco fisico...già devo essere proprio innamorato.

lunedì 18 giugno 2012

Un addio ricco di emozioni.













La maggior parte degli addii porta inevitabilmente a riflessioni sul tempo trascorso insieme.
Ed ogni storia che finisce porta a rivivere le emozioni vissute e forse per questo sono necessari gli addii: per far riaffiorare i momenti trascorsi e comprendere appieno quello che è stato condiviso.
Non è stata una storia lunga, quasi un anno, ma seppur breve in termini temporali ci sono stati tanti episodi intensi a livello emozionale.
La prima volta che si è sollevata di terra con la ruota anteriore, le giornate intere passate insieme dalla mattina presto al calar del sole - e anche oltre - con le uniche soste per gli indispensabili rifornimenti. Su e giù per i passi alpini, dal Sempione fino al Gran San Bernardo passando per il San Bernardino e lo Spluga, ma anche la Cisa e la Val Trebbia. La prima volta off road e quella in cui mi sono impantanato con l'abito da sera bianco che è diventato una mimetica militare intrisa di fango. La prima pioggia e la prima neve, il primo freddo e il primo caldo. I primi incontri con altre simili e le chiacchiere da bar su chi è la più bella. Lei che mi ha portato a Coriano quel maledetto giovedì di Ottobre. Tanti ricordi e momenti trascorsi insieme, sempre pronta ad assecondare ogni voglia o fantasia.
Emozioni vissute ed assaporate con una compagnia di bell'aspetto e con una personalità da paura sotto l'elegante vestito, in grado di farti provare sensazioni da batticuore. Affidabile e pronta per ogni uso, in grado di essere all'altezza in qualsiasi occasione.
E’ il tempo di dirle addio…oggi ho fatto l’ultimo viaggio con la compagna di tante avventure e mi sono assaporato ogni singolo secondo di questo commiato: dall'inserire la marcia, al rilascio della frizione, coccolarla tra le gambe facendola piegare con una spinga interna del ginocchio, spostarmi sulla sella in tante posizioni, fare partenze e ripartenze,  accarezzarle il serbatoio, vedere il mio viso riflesso negli specchietti, usarle un po di sana violenza, portarla a passeggio nel mio personalissimo grazie.
Tra qualche giorno arriverà la sorella maggiore, con molti aspetti in comune a questa bellissima dispensatrice di emozioni e altri ricordi verranno, ricordi di una potenza emozionale fortissima, quelle emozioni uniche che solo le due ruote sono in grado di regalarci.

mercoledì 13 giugno 2012

Un incontro tra il futuro e il passato.













E' cosi, ci sono incontri  che spesso ti fanno riflettere, pensare e riconsiderare.
Sono incontri incoraggianti che permettono di allontanare alcune buie considerazioni e valutazioni personali.
Sono quegli incontri fortuiti, rari, non ricercati e spontanei, persone che non incontri da anni e che forse non avresti mai riconosciuto.
Sono incontri speciali perché oltre a portarti indietro nel tempo ti fanno guardare anche al futuro.
Indietro nel tempo perché basta una frase a visualizzare immagini ormai quasi offuscate, una frase detta in quel dialetto lombardo ormai  rilegato solo alla cerchia domestica e di poche amicizie consolidate "gho a cà una foto di mi e ti insem a Virginio Ferrari”.
Ma soprattutto è nella visione del futuro che questi incontri ti cambiano, non solo la giornata ma alcune tue valutazione quasi di carattere sociale.
I protagonisti di questo incontro sono un uomo sulla cinquantina che col me tredicenne di allora andava in giro per il paddock alla ricerca di piloti da fotografare ormai decenni fa e un ragazzo dalla folta capigliatura riccioluta e voluminosa nella perfetta imitazione del Sic, suo figlio.
Non sono stati i ricordi e quella forma quasi nostalgica di tempo felice andato ad emozionarmi e rendere indelebile questo incontro. Quello che  mi ha emozionato è stato vedere un rapporto - quello tra padre e figlio - e come questo legame abbia nella magia delle due ruote un collante forte e reale a dispetto del nostro mondo ipertecnologico e fatto perlopiù di apparenza.
Perché ormai siamo quasi rassegnati a etichettare i giovani ragazzini di oggi dediti solo all'utilizzo di playstation, xboxe e altre console alternati all'uso di facebook rilegando il veicolo a due ruote al massimo ad uno scooter concepito solo come mero mezzo di trasporto e nulla più.
Sentir parlare questo ragazzino di divertimento nello stare in piedi sotto un acquazzone mentre assisteva ad una gara di campionato di motard, di come si divertiva a far derapare la minimoto ma soprattutto di come custodisce in camera sua la sua KTM 125 usata perché solo pochi mesi i soliti ignoti sono entrati nel box rubando la minimoto con cui tanto si divertiva è stato emozionante.
A dispetto dei media, delle amicizie virtuali e non alcuni valori e passioni si trasmettono nelle mura domestiche e ne ho avuto una dimostrazione nitida.
E’ stato un incontro incoraggiante e benaugurante perché può essere semplice lavarsi le mani durante la crescita dei figli delegando ad altri specifiche responsabilità con la scusa del lavoro, della stanchezza o altri costruiti obblighi, ma alla fine essere riusciti a trasmettere una passione e poterla condividere con proprio figlio senza nessuna forzatura ma reale e spontanea, ritengo valga molto più di qualche euro in busta paga, di qualunque scatto di carriera o altro…ma questo sono solo considerazioni personali.

venerdì 1 giugno 2012

Un carrello portamoto e la bulimia













Racconti, impressioni, sensazioni prese al volo.
Capita di trovarsi a chiacchierare, parlare e condividere esperienze vissute, anche solo come semplice spettatore di eventi  sportivi a due ruote.
Le categorie minori riservano sempre emozioni e ammirazione per la passione e l’atmosfera che contraddistingue l’ambiente.  Tuttavia in questi ultimi anni si è assistito a una proliferazioni di componenti visive, apparenze e  tanta forma a scapito di quelli che erano le caratteristiche del prodotto  originario, in una forma bulimica di un continuo mostrare a tutti delle presunte capacità, nella arcaica gara del "io ce l'ho più grosso".
Ormai anche in quei campionati che fino a pochi anni fa erano frequentati da amatori e gente animata di vera passione e giovani che vedevano lo strumento per testare la loro abilità o semplicemente come via per una propria formazione umana e professionale ora sembra assistere a goffe rappresentazioni di potere,  forza e apparenza.
Team organizzati al pari di scuderie da moto gp: hospitality, Motorhome, mega impianti con un sacco di gente al seguito (in alcuni manca solo l’Uccio della situazione).
Ma nonostante questo a fianco di questi indubbi futuri pluricampioni del mondo si può ritrovare il piacere di un tempo…la passione. Piloti armati di amore per le due ruote che con l’amico a far da meccanico, una tenda e un carrello portamoto alimentano di tasca propria o con pochi sponsor la propria passione.
Ed  è qui, in  alcune di queste categorie che si possono ritrovare delle soddisfazioni.
Soddisfazioni non solo dal punto di vista sportivo, dando il giusto merito a chi ha indubbie qualità tecniche in grado di offrire uno spettacolo agonistico di ottimo livello, ma anche soddisfazioni quasi morali, una forma di perequazione, di meritocrazia…di giustizia.
Perché non basta avere il papa imprenditore che ti mette a disposizione la top bike per vincere…qui conta ancora aprire il gas e fare bei salti e la componente umana ha ancora la sua importanza.
Banali considerazioni che ti entrano in testa. Perchè alcuni aspetti della società sono entrati in questo mondo ? Da dove nasce una avversione così diretta? Ma poi osservando bene, sentendoli parlare, guardando come si atteggiano la risposta sembra fin troppo chiara. 
Non fai tempo a valutare dove questa cultura può portare questo sport, su quali reali possibilità ci possono essere per un giovane di sfondare se non ha amicizie, conoscenze ma soprattutto tanti tanti soldi, su quali tipo di azioni devono effettuare le federazioni e gli organizzatori dei campionati…non fai tempo a valutare tutto questo che l'amico con cui stai condividendo queste impressioni pone la birra che sta bevendo e dice “e anche sta volta ha dato paga a un bel po di quei  fighetti”.
Sai bene che sta riferendosi al ragazzo che a gara finita avrebbe  caricato la moto sul carrello, guidato l’utilitaria fino a casa senza troppa gente al seguito e la sera avrebbe tolto il fango accumulato - solo - armato solo della sua passione.